6 feb 2018

Un avversario rispettato.

Prendo spunto dall'intervista e dal colloquio rispettivamente a Ciriaco De Mita e con Romano Prodi ("la Repubblica" 31.1.2018) per riflettere sull'attualità tenendo conto di quanto è stato.

De Mita, novant'anni, tesse l'elogio della Democrazia Cristiana di cui è stato uno degli esponenti di spicco sia nel partito che per le cariche istituzionali ricoperte; tendendo a "nasconderne" le debolezze attribuendole agli uomini che se ne occuparono.

Cogliendo con efficacia i tratti eccellenti di alcuni, Alcide De Gasperi e Aldo Moro tra essi, nonché Enrico Berlinguer del Pci come riconoscimento per un avversario rispettato. A Giulio Andreotti attribuisce la camaleontica capacità di adattarsi alle circostanze senza patirne, ed a fare prevalere il meglio o il meno peggio dalle contingenze.

Una sorta di testamento politico ovvero una sintesi del suo vissuto, il cui sigillo istituzionale è rappresentato dalla elezione a sindaco di qualche anno fa del comune di Nusco ov'è nato.

Romano Prodi, ovvero la ricerca costante e la pratica dello stare insieme, della collegialità, della "convivialità" politica, della condivisione del possibile storico, della capacità di scegliere e di assumersi le conseguenti responsabilità.

Cimentandosi con l'attualità senza tergiversare, con dubbi prefiggendosi di fugarli strada facendo lavorando con chi ci sta.

Lo conobbi così quando capo del governo nella XIII^ legislatura gradiva il primo tartufo della stagione frutto della ricerca notturna in siti vocati dell'Astigiano.

Ha deciso di stare con la coalizione del Partito Democratico, nonostante ritenga Renzi non l'ideale per unire e con forzature nella formazione delle liste elettorali, perché reputa più divisiva la posizione di "Liberi e Uguali".

Suscitando commenti dai più disparati punti di vista, utili per meglio orientarsi nella non agevole scelta cui gli elettori saranno chiamati il 4 marzo prossimo. Ma più in generale per avere una visione di un futuro politico migliore, purché le contrarietà anziché disamorare stimolino, sollecitino a capire di più e ad operare di conseguenza.

Una sorta di missione cui votarsi perché si ritiene che la situazione richieda questo impegno qui ed ora.

Nel rispetto e col tacito auspicio di incontrare quanti perseguono l'obiettivo del bene comune e dell'interesse generale con altre modalità.

 

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