19 feb 2018

Come i Dieci Comandamenti.

Dieci punti, come i Dieci Comandamenti, per educarci e collaborare ad educare, individuati da Eraldo Affinati nel suo articolo su "la Repubblica" dell'8 gennaio scorso.

Eccoli in sintesi.

*È importante conoscere da dove veniamo per capire perché siamo così e cosa dobbiamo fare per migliorare. Si tratta di una conquista da parte di ciascuno, iniziando dai genitori verso i figli poi via via verso una sempre maggiore autonomia.

*Con l'adolescenza curare che l'apprendimento sia orientato tenendo particolarmente conto delle caratteristiche personali del destinatario, cioè con quanto sa ed è già.

*Contano molto i risultati che si ottengono applicando gli insegnamenti che si ricevono. Con l'informatica imperante è necessaria una buona capacità di discernimento per continuare ad apprendere bene.

*Indispensabile relazionare ambiente in cui si vive, famiglia e scuola, affinché queste realtà interagiscano al meglio per conseguire l'obiettivo educativo che ci si propone.

*Già in famiglia, poi nell'ambiente che si frequenta e nella scuola ci devono essere esempi autorevoli cui sia possibile rifarsi per dimostrare la validità del lavoro educativo che si sta compiendo.

*Gli sviluppi educativi che si ottengono devono essere colti e testimoniati dall'insieme di quanti se ne occupano, compresi coloro che se ne giovano.

*L'individuazione, conoscenza ed accettazione dei limiti personali da parte di ciascuno, consente di rispettare la libertà di tutti e di promuoverla

*Il processo educativo è vita vera a tutti gli effetti, quindi nel suo svolgersi non richiede pause particolari di ricreazione.

*Vigilare nel rispetto dell'autonomia e del libero dispiegarsi della personalità degli educandi significa accettare che essi compiano errori non esiziali da rimediare come parte del processo educativo.

*Processo educativo che non termina mai. Nel senso che quando il giovane diventa adulto il rapporto diventa paritario, di fratellanza e come tale suscettibile di durare nel tempo.

 

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