29 nov 2017

Il cinismo del mercato.

È di attualità il tema del lavoro perché continua a non essercene per tutti, nonostante la ripresa dell'economia dopo la crisi tra le più difficili a livello mondiale nei Paesi sviluppati..

La percezione è che la piena occupazione come storicamente ricordiamo non ci sarà più, perché il cinismo del mercato lasciato a sé non solo non si pone questo problema ma addirittura lo accentua adottando tecnologie e soluzioni avanzate che fanno a meno delle persone.

Occorre quindi una buona, coraggiosa e lungimirante politica per attuare senza danni la transizione verso altri e più avanzati equilibri da studiare e trovare; forse provando e riprovando, a partire da dove il problema è maggiormente sentito.

Sono quindi utili riflessioni critiche sui provvedimenti finora adottati dai governi Renzi prima e Gentiloni poi – Jobs Act tra questi – che hanno tamponato l'emorragia di posti di lavoro dovuta alla crisi, riuscendo poi a ricuperarne circa un milione di cui una parte ancora insoddisfacente a tempo indeterminato.

Con provvedimenti diversi tra cui rendere convenienti gli investimenti per modernizzare processi, prodotti e qualità favorendoli fiscalmente.

In base all'esperienza acquisita si può migliorare dotandosi degli strumenti necessari; il primo dei quali è essere parte di una maggioranza coesa sul da farsi e che si impegni a realizzarne quanto più possibile nel corso del mandato.

Attuando la Costituzione nelle sue parti più innovative che riguardano l'economia, l'equa distribuzione della ricchezza prodotta dal lavoro di tutti, la giustizia sociale, lo sviluppo della democrazia, la solidarietà interna ed internazionale ed i pacifici rapporti tra i popoli.

Cui s'aggiunge la cura della comune Madre Terra e quant'altro aiuti ad esprimere e sviluppare i sentimenti e le capacità di ogni persona che lo desideri, ricavandone gioia e soddisfazione da condividere.

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