23 ago 2017

Tira di più.

Un figlio virgola trenta per ogni donna; maschi con metà degli spermatozoi rispetto a qualche decennio fa; desiderio naturale dell'altra persona in calo e ricorso a sostanze nocive al piacere ed alla riproduzione. Questo lo scenario negli stati e nei continenti sviluppati; per noi l'Italia e l'Europa.

Con conseguenze rilevanti.

Intanto si attenua al disotto dell'accettabile il piacere dell'amplesso come reciproco dono di sé nella pienezza dell'atto che perpetua gioiosamente la vita. In campagna ed in fabbrica dove ho vissuto l'adolescenza si riassumeva alla buona il tutto nel detto: "tira di più un pelo del pube che una coppia di buoi".

Poi sul piano socio-economico abbiamo strutture, risorse, istituzioni democratiche occorrenti per vivere bene in 65 milioni di italiani e per circa mezzo miliardo di europei. Ma per garantire il loro aggiornamento e rinnovamento occorrono in media due figli per ogni donna. Altrimenti l'insieme che abbiamo posto in essere non funziona e crea squilibri non da  poco nei singoli stati e fra di essi nel continente.

Basta pensare che procedendo di questo passo la Germania e l'Italia nei prossimi decenni perderebbero il 30% della popolazione attuale, diventando destinazioni ambite per la mobilità di popolazioni che a casa loro stanno così male da rischiare la vita pur di andarsene.

Quanto sopra accennato è stato recentemente confermato da ricerche e studi e diffusamente trattato dagli organi di informazione.

Siccome parliamo di fatti che non hanno precedenti con cui confrontarli e tali da influenzare la vita profonda di popoli ed in particolare di tre generazioni di persone contemporaneamente viventi e sempre più a lungo: genitori, figli, nipoti, bisogna occuparsene per tempo così da coinvolgerle nella ricerca delle soluzioni, partendo dal basso e pervenendo prima possibile al livello statuale e continentale.

Tenendo conto delle migrazioni già in  atto e ricuperandone le esperienze nel quadro generale delineato.

8 ago 2017

Arzilli propagandisti di prodotti Talmone.

Chi di anni ne ha un po’ ricorda lei e lui arzilli propagandisti di prodotti Talmone nota marca torinese di cose buone che promettevano di aiutare ad invecchiare bene.

A guardarli paiono proprio loro, qualche acciacco in più ma verosimili nei vestiti un po’ all'antica, movenze, atteggiamenti, intenti a godersi una ghiotta e profumata cioccolata al bar d'angolo sulla passeggiata a mare della cittadina nella Liguria di ponente.

Sostare un po’ e scambiare due chiacchere li trova consenzienti e perfino divertiti.

Figli e nipoti da altre parti a fare loro cose; prodighi di attenzioni, e consigli spesso disattesi senza malizia, forse per il sottile piacere di fare di testa propria, magari sbagliando ma certi del loro perdono.

Ospiti di una pensioncina frequentata da quando i loro figli si reggevano appena sulle gambe. Vivono di una dignitosa pensione dopo una vita di lavoro. Mangiano e dormono di gusto e stanno bene insieme, facendosi reciprocamente valere quando ritengono sia il caso, con rispetto e senza ledere l'altrui libertà.

Leggono, guardano la televisione, intrattengono rapporti e relazioni con parenti ed amici e non disdegnano le novità; manoscrivono quanto serve e  capiscono qualcosa del digitale.

Entrambi patentati; lui guida ancora l'auto e ricorda l'esame effettuato appena diciottenne al volante di una Fiat "giardinetta" con la carrozzeria ancora di legno causa penuria di lamiera per la guerra finita da poco.

Votano sempre: amministrative, politiche, referendum, primarie perché in democrazia bisogna esserci e farsi sentire. Orientati verso sinistra si affidano alla  loro capacità di capire, piuttosto che alla propaganda e ai sondaggi.

Scandalizzati per i tanti soldi che girano nelle mani di pochi nullafacenti di buono e nullatenenti per il fisco.

Ritengono che in un mondo dove chiunque può andare dappertutto sia bello vivere. Se invece si è costretti a fuggire da casa propria verso uno sconosciuto altrove c'è qualcosa di importante che non va, cui deve porre rimedio chi di dovere.

Non disdegnano affettuosità coniugali, che ritengono gioiosa manifestazione del di sé in divenire, vantaggiose per l'equilibrio psicofisico profondo e delicato.

Cristiani praticanti aiutano il prossimo relazionandosi il più direttamente possibile con le situazioni di bisogno.

Gradiscono corrisposti la franchezza della chiacchierata ed accettano sia comunicata per sintesi ad altri perché se ne giovino.

Arrivederci a dopo Ferragosto e buone vacanze!