26 mar 2014

Quanto capita sulla Terra interessa ormai tutti.

Tra le novità della globalizzazione c’è anche la possibilità di rendersi conto in tempo reale di come si vive nei circa 200 stati e nazioni in cui è suddivisa la Terra, e di come vadano le cose all’interno di queste realtà.

Nei continenti si sono costituite delle aggregazioni come gli Stati Uniti, l’Unione Europea ed altre, per vivere meglio con regole comuni.

Quanto capita sulla Terra interessa ormai tutti, in particolare se si tratta del continente di appartenenza.

È il caso dell’Ucraina tutt’ora aperto.

Iniziato con dimostrazioni popolari in favore dell’adesione all’Unione Europea, cui il presidente Yanukovich ha risposto con duri interventi di polizia che hanno causato la morte di cittadini. Dopo un tentativo di accordo il presidente fugge e ripara in Russia, che invia militari.

La Crimea annessa all’Ucraina nei primi anni ’50 del secolo scorso indice un referendum, nel quale la stragrande maggioranza dei cittadini si esprime a favore del ritorno alla Russia, con il presidente Putin che autorizza prontamente.

Il tutto si svolge in poche settimane.

Gli Usa con l’Inghilterra e l’Unione Europea ritengono illegittima la procedura seguita per la riannessione, perché violerebbe la sovranità dell’Ucraina e attenterebbe alla sua integrità territoriale, e minacciano sanzioni economiche alla Russia.

Si rischiano incomprensioni e incidenti con esiti nefasti ai confini dell’Unione Europea, ormai casa comune di circa 30 nazioni e stati, con altri che vi ambiscono.

Risolvere bene il caso, contemperando interessi, aspirazioni e speranze di quanti sono coinvolti, dipende in buona misura da come agirà l’Unione Europea.

Si tratta di una prova importante per dimostrare che è possibile una leadership nuova, la cui forza derivi dall’autorevolezza conquistata sul campo.

La Russia coltiva mire annessionistiche nei confronti delle repubbliche ex Unione Sovietica?

L’Italia membro importante consolidi la sua collaborazione per la costruzione di un’Europa federale giusta, operosa e solidale, in cui sia piacevole vivere e crescere in pace i propri figli.

Il resto verrà di conseguenza, come libera decisione tra realtà sovrane.

Desiderio di Dio.

Lungi anche solo l’idea di volere competere con Eugenio Scalfari, ma con l’uzzolo di dire la mia dopo la lettura del suo stimolante “Desiderio di Dio” (Vetro soffiato, l’Espresso 20 marzo scorso).

L’affermazione che intriga è: “Dio è pensabile perché è l’uomo ad averlo raffigurato con attributi e sentimenti umani; è una figura antropomorfa. Quando l’uomo gli toglie quegli attributi e quei sentimenti anche Dio diventa impensabile e quindi per l’uomo inesistente. Dio muore se non è più raffigurato con caratteristiche antropomorfiche e comunque morirà per tutti quando la nostra specie si estinguerà”.

Vado a braccio, traendo soprattutto dall’esperienza di vita quanto serve per ragionare.

Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma (Lavoisier).

Per ciascun mortale tutto inizia con un atto umano per eccellenza, cioè l’istinto naturale a riprodursi e la ragione, con l’amore a fungere da catalizzatore.

Tra tantissimi spermatozoi disponibili l’ovulo sceglie proprio quello per farsi fecondare.

Tutto predeterminato o tutto un caso, o per qualcosa e quanto c’entra la ragione? E poi l’amore che con la ragione a poco a che fare; ma senza il quale non capita nulla di veramente umano?

Dopodiché esistiamo - un unicum, nessuno uguale all’altro, né prima, né adesso, né mai- facciamo la nostra parte e moriamo, reintegrandoci in altre forme nella Terra e nel tutto cosmico, che non sappiamo se e dove finisca, quindi l’abbiamo definito infinito. Siamo perciò esseri finiti che viviamo in una dimensione infinita; dotati di cervello e di mente che ci permettono di rendercene conto.

E di noi rimane traccia per sempre in questa immensità.

Già questo non è esaltante?

E non è “normale” che si cerchi di utilizzare più del 10% attuale del potenziale di cervello-mente, per saperne di più e poter stare fin d’ora nell’infinito con migliore cognizione di causa?

E che abbia un qualche senso affiancare all’Infinito l’Eternità, e magari indagarla accogliendo il dono-opportunità della fede?

Arrivando così a pensare Dio, nelle altrimenti inspiegabili circostanze in cui un po’ tutti siamo incappati nel corso della nostra esistenza?

17 mar 2014

Endorfine piuttosto che bile.

Il microcosmo di un’assemblea condominiale può essere un indicatore significativo di come possono andare le cose più in generale in Italia.

Infatti un po’ tutti si ha una qualche esperienza da condomino, o da inquilino alle prese con le spese di competenza e con quelle del riscaldamento.

In questo senso la nuova legge dell’11 dicembre 2012 n. 220 che ne disciplina l’attività, ha introdotto alcune novità circa il numero legale, le competenze ed altro, nonché per gli adempimenti e le responsabilità dell’amministratore, che finiscono per fare costare di più le sue prestazioni, senza apprezzabili vantaggi per il condominio, né stimoli per una migliore qualità delle decisioni dell’organo deliberante.

Dipende quindi dalla volontà e maturità dei partecipanti fare in modo che durante i suoi lavori si producono endorfine piuttosto che bile.

Ed è questo l’aspetto su cui forse vale la pena intrattenersi un momento.

Se in assemblea ci si confronta lealmente e nel merito dei problemi avendo di mira gli interessi condominiali, si è sereni ed in forza di ciò alle energie profuse s’aggiunge la produzione di endorfine che aiutano il corpo ad esprimere il meglio, garantendogli un perdurante benessere che contribuisce a generare fiducia ed empatia.

Se invece l’atteggiamento personale è viziato da propositi non buoni come il preconcetto, l’egoistico vantaggio per sé o per pochi, la rivalsa, il malanimo, il corpo produce bile.

Che altera malignamente lo stato d’animo, determinando malessere personale e il peggioramento complessivo dei rapporti tra i presenti e della qualità del lavoro che essi sono chiamati a svolgere.

Cosicché è ragionevole dedurre che se si è sereni e giusti il corpo collabora e sostiene.

Se non lo si è, prevale babele e tutto ne patisce.

Lapalissiana perciò la convenienza di come ci si deve comportare.

 

Perché questo è il tesoro più importante che abbiamo: la felicità!

Si riportano i passi più significativi del discorso che il presidente dell’Uruguay José Alberto Mujica Cordano ha tenuto alla “Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile” a Rio de Janeiro il 20-22 giugno 2012.

Perché da essi emerge che il benessere per tutti è possibile solo se si punta sulla qualità materiale e immateriale che non ha limiti; invece che sulla quantità i cui limiti sono imprescindibili, attesa la finitezza fisica di Madre Terra dalla quale tutto promana.

Autorità presenti di tutte le latitudini e organismi, grazie mille.

Grazie al popolo del Brasile e alla sua sig.ra Presidentessa Dilma Rousseff. Mille grazie alla buona fede che, sicuramente, hanno presentato tutti gli oratori che mi hanno preceduto.

Esprimiamo la profonda volontà come governanti di sostenere tutti gli accordi che questa nostra povera umanità possa sottoscrivere.

Comunque, permetteteci di fare alcune domande a voce alta. Tutto il pomeriggio si è parlato dello sviluppo sostenibile. Di tirare fuori le immense masse dalle povertà.

Che cosa svolazza nella nostra testa? Il modello di sviluppo e di consumo, che è l’attuale delle società ricche?

Mi faccio questa domanda: che cosa succederebbe al pianeta se gli indù in proporzione avessero la stessa quantità di auto per famiglia che hanno i tedeschi?

Quanto ossigeno resterebbe per poter respirare? Più chiaramente: possiede il mondo oggi gli elementi materiali per rendere possibile che 7 o 8 miliardi di persone possano sostenere lo stesso grado di consumo e sperpero che hanno le più opulente società occidentali? Sarà possibile tutto ciò? [….]

Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione ci governa??? È possibile parlare di solidarietà e dello stare tutti insieme in una economia basata sulla competizione spietata? Fino a dove arriva la nostra fraternità? [….]

Veniamo alla luce per essere felici. Perché la vita è corta e se ne va via rapidamente. E nessun bene vale come la vita, questo è elementare. Ma se la vita mi scappa via, lavorando e lavorando per consumare un plus e la società di consumo è il motore, perché, in definitiva, se si paralizza il consumo, si ferma l’economia, e se si ferma l’economia, appare il fantasma del ristagno per ognuno di noi. Ma questo iper consumo è lo stesso che sta aggredendo il pianeta. [….]

La causa è il modello di civilizzazione che abbiamo montato. E quello che dobbiamo cambiare è la nostra forma di vivere! [….]

Queste cose che dico sono molto elementari: lo sviluppo non può essere contrario alla felicità. Deve essere a favore della felicità umana; dell’amore sulla Terra, delle relazioni umane, dell’attenzione ai figli, dell’avere amici, dell’avere il giusto, l’elementare.

Precisamente. Perché questo è il tesoro più importante che abbiamo: la felicità!

 

 

 

13 mar 2014

Per aumentare la torta disponibile.

Non da oggi “l’opinione” asserisce e per quanto sa cerca di dimostrare, che adottando gli opportuni accorgimenti, è possibile risparmiare fino al 30% di alcune spese che incidono non poco sui bilanci familiari: energia elettrica, gas, riscaldamento, acqua, telefono e comunicazioni in genere, alimenti.

Applicando questi concetti in modo più sofisticato e scientifico, l’economista Luca Ricolfi e il vice ministro dell’economia Enrico Morando su “ La Stampa” del 7 marzo scorso, hanno spiegato che è possibile ottenere risultati altrettanto buoni per il lavoro e l’economia, in pratica con gli stessi soldi spendendoli meglio.

Scrive Luca Ricolfi. Nella situazione in cui ci troviamo dobbiamo liberare risorse per aumentare la torta disponibile, anziché solo suddividere fette diverse di quanto c’è tra i commensali.

Questo è possibile se permettiamo alle aziende ed agli artigiani di assumere con un contratto nuovo, che egli chiama maxi-job, della durata di quattro anni, riducendo drasticamente il cuneo fiscale formato da IRPEF, contributi, IRAP, IRES. Operazione che il proponente dimostra che si paga da sé.

Il vice ministro Enrico Morando nella sua intervista afferma che per creare occupazione occorre un forte taglio all’IRAP ed una riduzione dell’IRPEF per i lavoratori dipendenti a più basso reddito. L’intervento deve essere forte, cioè le risorse vanno concentrate e non disperse. Le disponibilità si ottengono mettendo la mordacchia in modo mirato alla spesa pubblica improduttiva e facendo pagare le tasse agli evasori. Il tutto inquadrato e reso coerente con la riforma della pubblica amministrazione da attuare parallelamente.

Le due proposte mirano a creare lavoro, quindi ricchezza vera, volano indispensabile per innescare la ripresa nuova in Italia, che si sviluppi insieme alla modernizzazione dello Stato, acquisendo così carattere strutturale per durare nel tempo.

Di tutto un po'.

Gli Usa premiano “ La Grande Bellezza” con l’Oscar per il migliore film straniero, che parla di Roma e dell’Italia tutt’altro che ben messe. Se ce la facciamo a vincere in queste condizioni, figuriamoci cosa saremmo capaci di fare in situazioni normali.

Il nuovo governo sta misurando le difficoltà che si frappongono tra il dire e il fare ma non disarma; anzi aumenta l’impegno - con qualche ingenuità – per convincersi e convincere che se ce la mettiamo i traguardi annunciati sono possibili. Il primo dei quali è fermare l’emorragia del lavoro ed avviare una ripresa nuova, chiamando perentoriamente a fare la propria parte chi non ha ancora dato o dato meno di quanto dovrebbe e potrebbe (art. 53 Costituzione); anche indirizzando le proprie risorse verso impieghi con finalità sociali (art. 42 Costituzione).

Al recente incontro tra i capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, l’Italia si è presentata con le carte in regola nel fare quanto ci siamo impegnati per tenere in ordine i conti e diminuire il debito. Chiedendo che l’Europa adempia a quanto le compete circa le politiche di sostegno e sviluppo di una economia sobria ed equa, alla quale la finanza offra i servizi necessari, e da lì tragga i giusti corrispettivi per sé.

La soluzione della crisi in Ucraina presuppone il rispetto della sua integrità territoriale e della sua sovranità; con gli Usa e la Russia a dare il buon esempio. E l’Unione Europea contribuisca a trovare democratiche e pacifiche soluzioni agli impegnativi problemi, che il venire meno dell’ex Unione Sovietica ha reso manifesti, anche nelle recenti forme dolorose e cruente, di cui sono vittime i cittadini a causa del potere esercitato in modo dispotico.

Non conosco le ragioni per le quali Emma Bonino è stata avvicendata come ministro degli Affari Esteri. So che se fosse rimasta sarebbe molto utile, per le riconosciute capacità, sobrietà, riservatezza, impegno, dedizione. E per le sei lingue che padroneggia.

Il TG Rai2 delle 20,30 di giovedì 6 marzo, ha trasmesso l’intervista al presidente dell’Uruguay Josè Alberto Mujica Cordano nella spartana abitazione di proprietà della moglie Lucía Topolansky. Egli spiega con parole semplici che devolve il 90% degli emolumenti istituzionali, e che i restanti 800 euro gli bastano per vivere. Infatti durante la lunga prigionia perché oppositore del dittatore Jorge Pacheco Areco, ha imparato ad apprezzare le cose che rendono la vita migliore. Questo insegnamento rappresenta la base del programma di governo del suo piccolo Paese, democraticamente condiviso dalla popolazione.